Quando siamo connesse alla nostra vera identità, alla nostra natura più intima ed essenziale, l’ansia scompare; per sconfiggere l’ansia dobbiamo riconnetterci alle nostre radici, che a un livello profondo non hanno niente a che fare con la nostra terra, famiglia e cultura.
Nel momento in cui ci ricolleghiamo alle nostre radici spirituali, riattiviamo la cosiddetta intelligenza spirituale-sociale; sentendoci nuovamente connessi agli altri, alla natura e allo spazio che ci circonda, evitiamo che l’energia imploda interiormente (generando ansia) e ne agevoliamo la libera circolazione in varie direzioni.
L’ansia è un’importante fetta di energia vitale bloccata da qualche parte
1. Il mandala di Kali, tecnicamente conosciuto come yantra
Innanzitutto, fai stampare questo yantra su un foglio della grandezza che preferisci, e se vuoi che ti duri a lungo nel tempo chiedi che sia plastificato, anche; in questo modo potrai usarlo per tutte le meditazioni che vorrai.
Ritagliati una mezz’oretta, durante la giornata, e rifugiati in un posto tranquillo e silenzioso della tua casa; prepara uno spazio su cui sederti, possibilmente a contatto con la terra, e predisponi lo yantra davanti a te, rialzato dal pavimento e all’altezza dei tuoi occhi – devi poterlo fissare senza abbassare o alzare la testa ma semplicemente guardando davanti a te.
Fissa lo yantra per 22′ esatti – programma un timer o una sveglia in modo da non doverti preoccupare di controllare continuamente l’ora; guardalo, esplorane le varie parti e ascolta il tuo corpo mentre lo fai. Soprattutto, stai presente alle tue zone intime; nel corso della meditazione succederà qualcosa proprio lì.
Nella tradizione tantrica di scuola shaktica (femminile), un’ampia parte di conoscenze e pratiche riguarda le Dasha Mahavidya, le dieci dee della saggezza. Kali è la prima, nonché forma originaria di cui tutte le altre sono ritenute un’emanazione, un’evoluzione successiva.
Ogni dea ha uno yantra, che è un mandala, ma non di quelli antropomorfi: gli yantra sono geometria pura, e in quanto tali non necessitano di interpretazioni simboliche connesse alla cultura della persona per sortire un effetto sul suo sistema psico-fisico.
2. Riflessologia plantare fai da te
Potremmo chiamarla più che altro auto-massaggio ai piedi, visto che non è un trattamento professionale, ma in verità si tratta di usare proprio una conoscenza della riflessologia plantare. Nella prima fase, però, il punto è stabilire un contatto coi tuoi piedi: toccarli, sentirli, stimolarli con decisione, senza esagerare ma essendo incisiva – i piedi sono una parte dura del nostro corpo, ne sostengono continuamente il peso, non sono delicati, per sentire richiedono una certa forza.
Il solo toccare intensamente i piedi ti metterà in connessione con l’elemento terra, che ti placa; il massaggio della pianta del piede, per quanto non professionale ma di certo accurato e affettuoso (chi meglio di te può prendersi cura del tuo corpo?), riporta energia e nutrimento in tutti gli organi e i tessuti, andando a liberarli anche da eventuale energia in eccesso accumulata da qualche parte.
Mi raccomando: mettiti in un luogo accogliente e rilassante mentre lo fai, in modo tale da rendere possibile e facilitare l’effetto del massaggio. Dopo 2/3′ che ti prendi cura della pianta del tuo piede, inizia a soffermarti su una zona precisa: quella dove le dita si collegano al metatarso. Massaggia con intensità quella parte, vedrai che ti sentirai immediatamente meglio. Usa la punta dei tuoi pollici, non i polpastrelli ma le punte, così da poter dare un impulso che penetra nelle profondità; vai avanti per altri 2/3′ e poi passa all’altro piede.
Se vuoi approfondire l’argomento su come affrontare alcuni disturbi e problemi di salute attraverso la riflessologia plantare puoi leggere l’articolo i 14 motivi per massaggiare questi punti del piede prima di dormire.
3. Il pavimento pelvico, incubatore di mille magie
Innanzitutto, il pavimento pelvico è quell’area che collega i tuoi genitali e l’ano, una specie di trapezio, se visto dall’alto, che connette la parte anteriore e quella posteriore del tuo bacino; imparare a gestire questa zona vuol dire imparare a sortire un miliardo di effetti potentissimi nel tuo sistema psico-fisico, relativi al rilascio dell’ansia ma non solo.
Step 1 – Prova questi due esercizi di yoga: concentrati sul tuo pavimento pelvico, senti quanto riesci a rilassarlo, contrarlo e in generale muoverlo, esercitati a stringere e a lasciar andare con la vagina. Bastano 10 ripetizioni: inspiri e stringi, espiri e lasci andare, non spingendo fuori ma semplicemente rilassando. Se sei particolarmente agile, invece di stringere e lasciar andare e basta, quando stringi puoi disegnare una spirale nella vagina; poi rilassi e basta, normalmente.
Step 2 – Dopo che hai fatto una decina di queste contrazioni e di rilasci, fai due chiacchiere con la tua vagina. Ti sdrai, chiudi gli occhi, porti tutta la tua attenzione all’interno dei genitali e chiedi alla tua vagina “Come stai?”, di nuovo per dieci volte; e ascolti la risposta, ovviamente. Se la prima volta che ci provi non senti niente, riprovaci; prima o poi riuscirai a riconnetterti con la tua identità intima e profonda, e (ri)inizierai a vivere davvero.
Ilaria Cusano
www.ilariacusano.it
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